Salotto.Vienna

Un fresco Salotto d‘Arte Viennese a Trieste

Vienna e Trieste, due città che si piacciono a vicenda, come in generale gli italiani e gli austriaci che hanno un debole l´uno per l´altro! Un accostamento dotato di un senso, come fosse fatto apposta per un progetto culturale ambizioso, specialmente se si pensa che Vienna non è solo la città dell´“interpretazione dei sogni“: Saldamente ancorata all‘occidente e aperta verso oriente, Vienna è un luogo creativo d‘incontro tra l‘efficienza e sobrietà nordica e l‘esuberanza e la gioia di vivere mediterranea – la città dei Caffè, anche nel ventunesimo secolo! Questo progetto ha da subito destato il mio interesse, sin da quando il Sindaco di Trieste invitò il MAK – Museo Austriaco di Arti Applicate / Arte Contemporanea ad incaricarsi del patrocinio artistico per la presentazione della creatività contemporanea Viennese a Trieste nell´ex Pescheria nel cuore delle rive.

La presentazione di una città in un luogo altrove non è mai una strada a senso unico. Si ottiene molto di più se sin dall´inizio si riflette sulla città in cui si presenta il progetto rendendola il punto di partenza del nostro concetto. In caso presente questo ci significa: come si può riuscire a sviluppare un approccio al vasto panorama della produzione artistica contemporanea viennese che sia sensato e di facile intuizione a Trieste? In altre parole: come si può fare il punto della situazione artistica viennese per presentarla in modo conciso nella città portuale di Trieste?
Diventa quindi palese che la concezione di un tale progetto interdisciplinare instaura immediatamente un processo di auto riflessione che presumibilmente, a Vienna, non avrebbe potuto realizzarsi in questa forma. La connessione della visione interna ed esterna delle due città produce risultati che superano di gran lunga il mero rispecchiamento della scena artistica viennese a Trieste e generano invece nuove qualità della produzione culturale di entrambe le città.
La città di Trieste ed il MAK trovarono in Jürgen Weishäupl un profondo conoscitore della scena artistica Viennese con grande esperienza professionale in Italia ossia il produttore e curatore ideale per la realizzazione del progetto in questione. Il concetto elaborato insieme del Salotto d‘Arte Viennese riproduce propriamente quella tensione tra l‘eredità culturale di una storia in parte comune e gli odierni spassionati rapporti reciproci nel cuore dell‘Unione Europea.

Ursula Strauss & Stefan Ruzowitzky – Presidents of the Akademie des Österreichischen Films – © Newald

Mentre a Vienna intorno al 1900 sussistevano importanti Saloni come quello di Berta Zuckerkandl che venivano frequentati da personaggi prominenti delle più svariate discipline, il Salone oggi attende una sua riscoperta se non addirittura una sua reinvenzione. Il ventunesimo secolo senza dubbio ha introdotto una nuova era: la Modernità Digitale, che è caratterizzata dalla mescolanza, associazione e opposizione di elementi reali/analogici e digitali. L‘introduzione nel dicembre 2009 della personalizzazione dei motori di ricerca porta con se il fatto che veniamo inondati d‘informazioni (e offerte d‘acquisto) rispetto ai nostri interessi principali mentre altri temi, sui quali sarebbe potuta cadere la nostra attenzione per caso o per fortuna, ad esempio sfogliando un giornale, scivolano sempre più nell‘oblio – internet ci costringe sempre più alla specializzazione! La specializzazione è necessaria ma ha bisogno anche di contromeccanismi che allarghino il nostro orizzonte. La Modernità Digitale crea potenziali di grande rilievo per un
miglioramento sostenibile della qualità della vita con gli esseri umani ossia gli utenti al centro.

Essa fa sorgere anche per le arti, incluse l‘architettura ed il design, ampie domande e si ritrova allo stesso tempo in modo determinante alle dipendenze di contributi artistici per un futuro migliore. Sono richieste in special modo innovazioni culturali, sociali ed ecologiche!
La Vienna novecentesca viene apprezzata oggigiorno come centro nevralgico dell‘ultima Modernità che, anche per questo, si distingue per la vissuta connessione dei diversi campi del fare e del sapere. Anche nella Modernità Digitale, Vienna è una piattaforma autorevole della cooperazione tra arti figurative, arti plastiche, architettura, design e gli altri campi allo scopo di un evoluzione positiva. Su questo sfondo un‘ ulteriore sviluppo del format Salone, appare non solo un modo adeguato per connettere mondi reali e virtuali ma anche per infrangere le barriere tra i diversi ambiti e operare in modo interdisciplinare, cioè per creare un discorso tra le diverse discipline.
Promuovere il Discorso tra le Arti per un evoluzione positiva è un approccio centrale del Salotto d‘Arte Viennese: qui s‘incontrano senza alcun timore artisti dai più svariati campi, eccellenze nella propria disciplina, portando con se un atteggiamento aperto, orientato verso il futuro, curiosità verso gli altri e disponibilità all‘esperimento interdisciplinare! Il punto di partenza sono l‘arte, l‘architettura e il design, ovvero i campi curati dal MAK come Museo di stampo interdisciplinare, dai quali si evolve una rete di prospettive che ampliano il nostro orizzonte. Non è un segreto che la intercreatività vissuta necessita da parte delle istituzioni lungimiranza, non lo scopo di mettersi in scena in modo sensazionale, ma per lavorare verso la meta comune di presentare Vienna come un aerea della sperimentazione intercreativà della nuova era. Ringrazio quindi di cuore tutti i collaboratori, particolarmente la città di Trieste ed il produttore Jürgen Weishäupl!

Christoph Thun-Hohenstein
direttore MAK

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