Quando l’Italia dichiarò guerra all’Austria, i moti del 23-24 maggio 1915

5 giugno  ore 17.30
Auditorium del Salone degli Incanti
Quando l’Italia dichiarò guerra all’Austria: i perché di una mostra
Lucio Fabi, Claudio Sepin

Continuano gli appuntamenti corollario della mostra QUANDO L’ITALIA DICHIARO’ GUERRA ALL’AUSTRIA: TRIESTE, I MOTI DEL 23-24 MAGGIO 1915 proposta dal  Servizio Biblioteche Civiche in collaborazione con i Civici Musei di Storia ed Arte, con la cura scientifica di Lucio Fabi.
E sarà proprio quest’ultimo, noto storico e consulente museale specializzato nella realizzazione di esposizioni storiche sul tema della guerra, assieme all’esperto di cinema Claudio Sepin, che ha realizzato il video che viene proiettato nella sala espositiva, ad illustrare i motivi per cui cui questa mostra è stata allestita, il lavoro che è stato fatto per la sua realizzazione e gli aspetti che si è voluto sottolineare, partendo sempre dai temi delle alunne della scuola popolare di San Giacomo, conservati dall’archivio della Biblioteca Civica.
Ricordiamo che la mostra illustra le manifestazioni patriottiche contro l’ex alleato che, il  23 maggio 1915, alla notizia della dichiarazione di guerra dell’Italia all’Austria-Ungheria,degenerano ben presto in vari incidenti e tumulti popolari.
Vanno a fuoco la sede de “Il Piccolo”, espressione dell’influente partito liberal-nazionale, della Lega Nazionale e della Ginnastica triestina. Vengono infranti e saccheggiati alcuni locali in cui si radunavano studenti e giovani irredentisti, come il caffè “ai Portici di Chiozza” e il caffè “San Marco”. In piazza San Giovanni la statua di Giuseppe Verdi, simbolo della cultura risorgimentale italiana, viene lordata e lesionata a martellate da una folla inferocita che in seguito si rivolge ai negozi e ai magazzini dei commercianti italiani, in centro e in periferia, fatti segno di un saccheggio  che termina soltanto il 25 maggio con l’intervento dell’esercito.
Su questi fatti si è indagato poco, attribuendone la responsabilità ad agenti provocatori austriaci che avrebbero infiammato la  popolazione che avrebbero punito il nemico italiano devastando i suoi simboli e depredando i suoi negozi e magazzini.
Forse le cose non sono andate proprio così. C’erano diversi motivi per scatenare nella folla la rabbia contro gli italiani, e, probabilmente, la forte diseguaglianza economica tra le diverse classi sociali cittadine ha giocato un ruolo non secondario nell’innescare e propagare i tumulti popolari.
A cent’anni esatti di distanza, le alunne della V B della scuola popolare comunale di via dell’Istria, che abitavano nel multietnico  e popoloso quartiere operaio di San Giacomo, ci raccontano un’altra storia.
Il terzo approfondimento è previsto per 9 giugno alle ore 17.30 all’ Auditorium del Salone degli Incanti con l’intervento di Rosalba Trevisani “I fatti di questi giorni: da uno studio grafologico uno spiraglio sul mondo delle allieve della quinta B nel 1915”.

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